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LINFODRENAGGIO MANUALE

E' un massaggio che si differenzia dagli altri massaggi per la pressione, la velocità, le manovre, il ritmo. Ha lo scopo di ridurre il volume delle zone edematose drenando le proteine presenti nell'interstizio e di ridurre, se presenti, fibrosi e dolore. Esistono diverse tecniche di linfodrenaggio ma non esiste una tecnica più efficace delle altre. E' importante sottolineare che il linfodrenaggio, per la cura degli edemi, deve essere associato ad altre metodiche decongestive, in particolare alla contenzione elasto-compressiva. Oggi è utilizzato come monoterapia solo nei casi di edemi del volto, del tronco o dei genitali.

 

Un po' di storia... Il linfodrenaggio così denominato nacque nel 1936, quando i coniugi Vodder presentarono ad convegno estetico a Parigi una tecnica da loro sviluppata basandosi sulle conoscenze anatomiche del sistema linfatico costituita da manovre precise e caratterizzate da una lievissima pressione, da ripetere in modo molto preciso ed identico per tutte le patologie e i pazienti. Le zone prossimali devono essere trattate prima di quelle distali e prima di tutto deve essere eseguito un trattamento di apertura iniziale al punto di arrivo del dotto toracico a sinistra e del dotto linfatico destro in corrispondenza dell’ansa formata dalla vena giugulare interna che confluisce nella vena succlavia: questo punto viene definito Terminus. L'errore di Vodder fu di attribuire alla linfa un ruolo nutrizionale e rigeneratore dei tessuti, con cui spiegava il miglioramento di diversi disturbi di tipo medico ed estetico. Questo errore e il fatto che Vodder non fosse medico, ma dottore in filosofia, determinarono lo sviluppo di un pregiudizio nella classe medica che si mantenne per molti anni fino a che non vennero sviluppati studi scientifici volti a dimostrare gli effetti del linfodrenaggio manuale. Nel 1963 Vodder venne in contatto con un medico di base, Johannes Asdonk, che imparò da lui la tecnica e con lui organizzò i primi corsi ufficiali di Linfodrenaggio manuale. Nel 1973 la proposta da parte di Asdonk di perfezionare la tecnica, modificando alcune manovre ed aggiungendone alcune specifiche per l’edema, portò ad una separazione tra i due con la creazione di due Scuole separate di Linfodrenaggio manuale. Asdonk fondò una nuova clinica nella foresta nera a St. Blasien in Germania, la “FeldbergKlinic” in cui viene applicata ed insegnata tutt’ora la tecnica del Dr. Asdonk. In questa clinica hanno prestato opera di consulenza alcuni importanti personaggi della linfologia mondiale, come Michael Földi. Földi studiò in maniera scientifica la tecnica di Vodder-Asdonk, chiarendo il ruolo delle manualità ma soprattutto sviluppò un metodo di trattamento che si basava sull’integrazione del linfodrenaggio manuale con altre tecniche terapeutiche fisiche, fissando i criteri di base del “tempio” della Terapia Complessa Decongestionante. La tecnica di trattamento di Földi viene applicata ed insegnata presso la “Földi-Klinik” a Hinterzarten in Germania. Nel 1970 un fisioterapista belga, Albert Leduc, frequentò a Bruxelles il corso di linfodrenaggio manuale con Vodder. Lavorando presso l’Università Libera di Bruxelles ebbe la possibilità di studiare gli effetti delle diverse manualità della tecnica Vodder con tecniche diagnostiche accurate come la linfoscintigrafia. Ciò gli permise di eliminare dalla tecnica originale le manovre prive di effetti realmente dimostrabili. Identificò solo due manovre efficaci da lui definite di “Appel” (richiamo) e di “Resorption” (riassorbimento), verificandone gli effetti sul circolo linfatico. Studiando su dissezioni di cadaveri individuò anche delle vie alternative che sono utilizzate quando il circolo linfatico è interrotto. Oggi il metodo Leduc è il più diffuso e utilizzato al mondo. La differenza maggiore con le altre tecniche è che viene trattata solo l'area edematosa e quella prossimale fino alle stazioni linfonodali dove si indirizza la linfa. Negli anni '90 Bouchet (scuola francese di Grenoble) studiò la tecnica Leduc e, con prove linfoscintigrafiche, ne modificò alcuni aspetti. Non riconobbe molta differenza tra le due manovre di richiamo e riassorbimento, accumunate dalla trazione della cute, aspetto fondamentale per il drenaggio e riassorbimento proteico. La spinta in avanti della linfa sarebbe determinata dalla manovra di rotolamento in avanti (riassorbimento di Leduc). Inoltre il trattamento viene effettuato nella zona dell'edema e circa 20 cm prossimalmente ad esso. Le vie alternative costituiscono un patrimonio costituzionale immodificabile con i trattamenti. La loro attivazione avviene in maniera spontanea aumentando la pressione nei territori linfatici a monte. E’ quindi inutile trattare le vie alternative mentre è più opportuno concentrare l’azione sulla zona edematosa. Non è fondamentale l'ordine prossimo-distale nel trattamento, è più veloce e altrettanto efficace partire dalla zona edematosa. Contemporaneamente in Australia Casley Smith sviluppò una tecnica basata sul trattamento degli spartiacque linfatici (linee immaginarie che dividono un territorio di pertinenza linfatica da un altro) e solo lievi sfioramenti della zona edematosa, basandosi sul presupposto che l'edema sia causato da un blocco degli spartiacque.

 

Tutta questa spiegazione per concludere che ci sono molte scuole di pensiero ma nessuna è dimostrato essere migliore di un'altra. E' però importante conoscerle per poter applicare determinate manovre e modificare il trattamento in base al paziente e alla patologia che ci si trova davanti. Rimane un assunto fondamentale: la migliore tecnica è quella che permette di ottenere i migliori risultati nel minor tempo possibile. 

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